Sii paziente, sii gentile!

Ti svegli la mattina e, nei giorni in cui lavori, sai che ogni minuto ti porterà di un poco avanti nella fila. Veloce, nello scatto che dal letto ti accompagna al tavolo dove detergere, spalmare, allungare, passare, spolverare: tutte azioni del truccare. Rapida poi nel lavare, tagliare, sbucciare, versare, mischiare: tutte azioni del mangiare.
E, nella fretta cui ti obbliga l’ultimo momento, tutte questi verbi si mescolano come carte. Un mazzo irregolare di “spalmi il fard”, “sbucci una pera”, di “intanto passi la matita sotto l’occhio”, “tagli il kaki e versi i cereali”, di “sviti il tubetto del rimmel e te lo passi tra le ciglia”.

DSC08361Solo allora, per ottimizzare i tempi dell’attesa, tra le braccia accogli lui, la sua fame, i sorrisi del mattino, le chiacchiere vocaliche con cui inaugura ogni giorno.

Infine c’è il vestirsi, il sistemare, salutare, baciare, raccomandare e di nuovo baciare, abbracciare e poi infilarsi le scarpe e correre giù a prendere la bici. La borsa nel cestino e via per le stradine assonnate che conducono verso la stazione. Poca gente in strada ma quella che c’è va tutta di fretta.

Poi lasciare la bici al parcheggio e, salutato uno dei responsabili, divenuto ormai un interlocutore del tuo giorno (“Presto oggi!” “No, no, sono in ritardo. Avevo sonno!” “Ah sì? Buona giornata e fai attenzione!” “Buona giornata, a più tardi!”), gettarsi nella stazione.

E lì, in quel calderone di corpi che è l’umanità della mattina di Tokyo, ti ripeti ogni volta che ci vuole pazienza. Anche quella che non hai.

DSC08476Sembra di nuotare per quanta gente si riversa sulle banchine, in attesa di salire sui convogli. È faticoso persino stare a galla. Perchè nell’ansia dell’ultimo momento c’è chi, in un colpo di pinna, supera qualche tassello dell’invisibile fila che si forma dietro ad ogni cosa che conti: le porte automatiche, le entrate della metro, le scale che portano in superficie, le scale mobili, i sensori della suika.

Chiunque sta combattendo una battaglia personale. Sii gentile.

DSC08309Leggo di sfuggita questa frase che, passando di orecchio in bocca e di bocca in orecchio, come nel gioco del telefono, viene riformulata ed attribuita a sempre diversi autori. Ma che importa chi l’ha detta, è così vera...

Quando trovo bagagli ingombranti sulle ginocchia del passeggero accanto, quando il mio gomito intento nella scrittura incontra l’impaccio, quando mi innervosisco e ci vorrebbe poco a sprecare in fastidio i venti minuti che ho a disposizione, quando nel perimetro della stazione il mio passo viene bloccato più e più volte perchè c’è chi, di corsa, mi taglia la strada, quando sto per sedermi e qualcuno, in un balzo, si accomoda prima di me, quando potrei dare uno strattone a chi me lo dà, quando sto per maledire chi sale sul treno prima che sia scesa, lì, consapevole che la rabbia è e sempre sarà solo cosa mia, mi ripeto (a volte riuscendo a volte no) “sii gentile, sii paziente. Ognuno sta combattendo la sua battaglia personale”.

Perchè siamo tutti idealmente in diritto d’essere scortesi. Perchè ognuno si trascina dietro un fardello di dispiaceri, delusioni e scontentezze. Ma da qualche parte la catena va spezzata. E qualcuno deve cominciare.

Mi è accaduto a lungo, quando il figlio che volevo non veniva, quando mi vedevo rifiutata di mese in mese in questo desiderio e intorno a me sbocciavano pance come margherite, quando i risultati negavano l’attesa e la dottoressa mi raccontava numeri dietro cui non riuscivo in alcun modo ad immaginare un volto di bambino, quando anche il corpo risentiva d’ogni sforzo e d’ogni cura, mai come lì, nel nascondere il dolore, nel nascondermi il dolore, ho provato riconoscenza per chi, senza nulla sapere, mi ha mostrato gentilezza.

“Sii gentile, sii paziente”

DSC08426A volte mi dico che basterebbe un solo giorno in cui tutti decidano, quasi per caso, d’essere gentili. Come una città che una notte s’organizzi per spegnere tutte le luci, anche solo per un’ora, e conoscere così il buio, quello vero. Ci saranno forse stelle, forse lucciole in estate, riflessi lunari che, un occhio abituato alle luci dei lampioni e dei fanali, di solito non coglie.

“Sii paziente, sii gentile! Ed immagina” mi dico, “la battaglia personale che ognuna di queste persone sta forse combattendo”.

Non sempre, ma a volte funziona...

♪ Madeline Juno, Error

8 commenti su “Sii paziente, sii gentile!

  1. Adriano ha detto:

    Shinjitsu!

  2. Mari ha detto:

    Ecco, quando hai parlato di “quel calderone di corpi che è l’umanità della mattina di Tokyo” e quando hai perfettamente descritto il tuo viaggio tra bagagli ingombranti sulle ginocchia, strade tagliate, furbetti che si accomodano prima di te o che salgono prima che tu sia scesa lì mi ritrovo nei miei viaggi mattutini quotidiani nei treni/underground/bus (a volte ne cambio anche 5 in un solo viaggio) londinesi, tra gente assonnata e assorta nei loro pensieri. E mi capita spesso di pensare a che vita conducono, se hanno gioie o dolori nel loro intimo, se hanno salutato magari in silenzio un uomo, una donna, un bimbo, un cane o un gatto prima di uscire da casa, se aspettano con ansia che arrivi sera per tornare da questo uomo o donna o bimbo o cane o gatto o se magari troveranno solamente una casa vuota ma un divano e un libro pronti a regalare attimi di piacevole solitudine. E guardando queste persone a volte sento un grande calore dentro perchè in fondo siamo tutti lì assieme, condividiamo quel piccolo spazio e quella poca aria. Molte volte mi capita di regalare a loro un sorriso senza un motivo apparente, un piccolo gesto gentile perchè davvero come dici tu “bisognerebbe sempre immaginare la battaglia personale che ognuna di queste persone sta forse combattendo”.
    Grazie per le belle cose che scrivi, ti leggevo da Facebook ed ora che l’ho definitivamente chiuso ho iniziato a leggerti partendo direttamente da qui.
    Mari

  3. elisa ha detto:

    Cara Laura! Ma sei già al lavoro?! Come fai ad essere così piena di energie e volontà!? Sei propri incredibile, sai!
    Grazie per questo post! Cercherò di ricordarmi anch’io queste parole! Anche se la vita di Kyoto forse è un po’ meno frenetica rispetto a Tokyo anche qui si incontra qualche screanzato!XD …buone giornate!

  4. Alessandra ha detto:

    Leggo tutto ciò che scrivi, sempre. Per me è come ‘mettere ordine’ nei miei pensieri della giornata, o nei ricordi nipponici che, grazie alle tue immagini, ritornano vividi e potenti davanti ai miei occhi. Ed esplodono nel mio cuore.
    La nostalgia lascia che le mie labbra accennino ad un sorriso ed immediatamente mi chiedo quale altro pezzetto del Sol Levante mostrerai la prossima volta.
    Grazie di tutto…

  5. Alessandra ha detto:

    Hai ragione. Spesso, per la fretta di correre chissà dove, non ci rendiamo conto che le persone che abbiamo accanto a noi (per strada, sui mezzi pubblici, in coda alle Poste,…) ha una vita, delle gioie e dei problemi esattamente come te. Personalmente cerco sempre di trattare tutti con gentilezza sebbene non sempre la giornata inizi come vorrei. Se tutti fossero davvero gentili e sorridenti di sicuro il mondo sarebbe diverso. Forse più pacifico. Forse più “finto”.

  6. Portinaio ha detto:

    Ok! Sarò gentile. Grazie per le parole

  7. Mahee Ferlini ha detto:

    Bellissime parole. La grazia e la gentilezza non sono mai troppe 🙂

    1. Laura Imai Messina ha detto:

      Concordo, mai troppe! :*

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