Un caffè sotto un cielo di stelle dipinte. In compagnia di una giraffa, un gufo…

Ci sono posti che sanno di crema al cioccolato e di zucchero filato. In cui per attraversare una porta devi chinarti, farti piccolo, perchè i grandi qui, attraversando la soglia, diventano bambini
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E allora non ti stupisci neppure che decine di quadretti fungano da cornici di luce per oggetti belli ma minuti, cartoline. Di quelle sciocchezze colorate e a poco prezzo che negli occhi dei piccoli si fanno tesori.
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E’ l’occhio che bacia le cose e tutto si fa meraviglioso.
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In questo caffè si entra a capo chino, perchè la porticina – la cui insegna è abitata da creaturine bianche ed ondeggianti, dipinte sul legno (gli hattifnatt del mondo di Moomin) – davvero è a misura di infante
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E mentre la cameriera ti chiede quanti siete e ti guida in uno dei vari ambienti in cui si sviluppa questo curioso caffè, lo sguardo fugge in fondo, dove è pieno d’un colore che non ti è mai capitato di vedere alle pareti. Verde, blu, rosso, pareti così fitte di creature che in un luogo così è impossibile sentirsi da soli. 
Una giraffa attraversa di giallo e nero l’angolo di una parete e si affaccia in quella successiva, un coniglio e un canguro suonano una tromba, sbucano facendo cucù bestiole dagli occhi dolci, un bimbo imbraccia una chitarra e sul soffitto nuotano pesci e volano uccellini fino al limitare della calotta del cielo dove, indisturbate, riposano stelle di vernice. 
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E neppure le tubature ostacolano la poesia perche’ vengono investite anche loro dal blu del cielo e dal giallo delle sue luccicanti inquiline.
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Ti siedi stupita e la cameriera che ti porta l’acqua ti indica la campana attaccata al soffitto e ti dice:
“Quando avete deciso vi preghiamo di suonare la campana”
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E da quanto non suoni una campana? Ti tornano alla mente lontanissime vacanze in una Svizzera che brilla della gioia del primo vero viaggio di bambina con la mamma, il papà e la sorellina. 
Ad ogni modo, emozionata, agiti la cordicella e la cameriera torna e ti porta bevande e dolcini che hai scelto dal menù di stoffa, ricamato. Arrivano su centrini colorati, fatti a mano. Uno per uno. 
Quanti dettagli. Quanta cura.
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E poi , un’altra volta, ti mandano al secondo piano e capisci che davvero questo caffè è stato ideato da un bambino perchè scalette così ripide te le immagini solo sulla casetta sull’albero
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E sali con un tacco al piede che ti fa esitare. Il secondo piano è un’altra cosa ancora. Ci sono finestre tra le sale e uno spazio sottile che ha il sapore di un segreto perchè vedi ma non vieni visto, e in cui resti a lungo a chiacchierare con un’amica delle cose che accadono in questi mesi, di quanto a volte sia complicato scendere a compromesso con la vita. 
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Ma in un luogo così anche le cose piu’ difficili ti sembrano dolci. Sei nella casetta di Hansel e Gretel. E se proprio ti va, la prossima volta, potresti finire nella terza sala, nel mezzo soppalco cui si accede attraverso una scaletta minuscola che spuntava subito accanto all’ingresso ma che, ad una prima occhiata, avevi ignorato.
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Tokyo premia della fatica in tanti modi. 
Uno di questi è donarti luoghi come questi, isole di pace che ti fanno tornare bambina.
 *Non è uno solo bensì sono tre caffè. Qui sotto vi inserisco gli indirizzi di quelli di Kichijoji e di Koenji. Vi basterà inserirli su Google Maps per ottenere la precisa ubicazione! ^o^
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1) 1-38-4 Kichijoji Honcho, Musashino, Tokyo, Giappone  
2) 2-18-10 Koenjikita, Suginami, Tokyo, Giappone 
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E per una panoramica fate un giro qui e qui. Che un vostro viaggio da queste parti non manchi di tappe così~

18 commenti su “Un caffè sotto un cielo di stelle dipinte. In compagnia di una giraffa, un gufo…

  1. Benedetta ha detto:

    Meraviglioso!!!! peccato che sia già dovuta andare via dalla mia adorata Tokyo..mi manca tanto!!!

    Un bacio da “Il cibo delle coccole”

  2. Nyu ha detto:

    ..è un posto da sognoooo.. mi piaceee! *o*

  3. 779Nina ha detto:

    Mio dio, è un sogno per me andare in un posto del genere. <3

  4. White Blossom✿ ha detto:

    Laura cara,
    mi fa molto piacere entrare nel tuo Blog e trovare sempre nuovi post. Nonostante tutto il da fare che avrai avuto, non ci hai mai lasciato.
    Questo locale sembra proprio essere il posto ideale per far ‘defluire’ tutta la tensione dei giorni scorsi. Perché, passate la paura e la preoccupazione, subito ci si sente sollevati, e ci sembra di aver finalmente capito il significato di ‘felicità’. Poi però, a volte, succede che in qualche modo lo stress subìto si faccia sentire, magari in qualche altra forma, qualcosa che non capiamo, e che non riusciamo a spiegare. Perciò fa bene fare cose e andare in posti che danno serenità e ‘protezione’ come si fosse ancora bambini. E in un posto così si può avere tutto questo!
    Un abbraccio a te, una carezza alla Gigia e, scusa se mi permetto, un saluto a Ryosuke (che come te si merita questi istanti di serenità)
    Con affetto
    Patri

  5. l'onorevole carpa ha detto:

    Che meraviglia 😀

  6. MADE in JAPAN ha detto:

    Un posto magico, che lo diventa ancora di più con le tue parole perfette nello spiegare le sensazioni. Credo che la terra vada scoperta e apprezzata così. Che ciò che l’idea di alcuni, venga messa a conoscenza di tutti, perché se un luogo fa stare bene, allora, lo si può condividere con estrema delicatezza.

  7. Kizzy ha detto:

    Che meraviglia Laura! Mi son gustata le panoramiche del locale, mi sembra piccino nonostante abbia tre piani, o sbaglio? Qui da noi locali così piccoli credo che non abbiano l’agibilità per aprire… e cmq ho paura che i centrini sparirebbero ben presto… 🙁
    Adoro sempre di + i giapponesi, capaci di creare queste meraviglie nascoste! Grazie x avercele mostrate!

  8. Julieta ha detto:

    Ommioddio, che belli! Ad averlo saputo prima… 😡

  9. ஜღBaRbYღஜ ha detto:

    La prossima volta che vengo a tokyo ci vado sicuro!

  10. laubao ha detto:

    Che meraviglia questo posto!! Non sai quanto mi hai emozionata spiegando come e’ arredato e tutti i minimi particolari che curano!! Bellissimo!!!
    Sono architetto (in Uk, in cerca di lavoro) e ho sempre sognato di poter progettare posti del genere!!…chissa’, forse invece di trasferirmi in Uk, dovevo venire in Giappone!! Un salutone!!
    Laura

  11. DAIJIRO 85 ha detto:

    Ma che meraviglia!!! Quanta tenerezza riesce ad ispirare un posto così!!! E grazie della segnalazione Laura!!! (Anche se quello “segreto”, con i cassetti tutti uno diverso dall’altro a me pare inarrivabile, quanto a bellezza!!!^^). Non mancherò di andarci al più presto!!!
    Mi ricorda tanto (e per questo mi commuove), le locande e le casette delle fiabe che la mia mamma raccontava, a me e ai miei fratelli, quando eravamo piccoli… E’ proprio una di quelle!!! 🙂

  12. Valeria ha detto:

    adoro proprio il tuo blog u___u perchè sai apprezzare le piccole cose. non commento quasi mai ma questa volta volevo dirtelo. Grazie!

  13. Eleemelby ha detto:

    Oddio! Ma è stupendo! Quando verrò a Tokyo (perchè un giorno ci verrò, lo giuro) questo caffè sarà una delle mie tappe!

  14. grazie per condividere questo posto sereno.

  15. Diana G. ha detto:

    Nel prossimo viaggio a Tokyo, questi sono posti in cui si deve assolutamente posti andare!! 😀

  16. Stefania ha detto:

    Grazie per avermi fatto conoscere questo piccolo angolo di pace 🙂 attraverso le tue parole ho potuto sentire tutta la dolcezza di questo caffè che pare creato a misura di bimbo. Mi è venuta voglia di andarci!!

  17. Giorgio PUGNETTI ha detto:

    Cara Laura,
    ti ho conosciuta a Torino nella presentazione del tuo libro e da ‘Japan addicted’ ho iniziato a seguire con piacere e ammirazione il tuo blog.
    Io scrivo sul blog http://www.ilcolazionista.com dove ci occupiamo di colazioni a 360°; abbiamo già parlato di Tokio in qs post http://ilcolazionista.com/il-giro-del-mondo-attraverso-la-colazione-al-world-breakfast-allday-ilcolazionista/ ma vorrei parlare del caffè Hattifnatt del tuo post; che tu sappia loro forniscono delle immagini e descrizioni per comunicazioni stampa?

    Grazie e a presto, Giorgio aka Monsu Barachin

    1. Laura Imai Messina ha detto:

      Dammi qualche giorno Giorgio e ti rispondo… scusa l’attesa.

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