estate

"Setsuden" alla tokyota. Dei risparmi energetici e dell’estate giapponese

Quest’anno a Tokyo fa più caldo.
Le riduzioni energetiche pianificate 節電 (setsuden), decise in seguito all’incidente della centrale di Fukushima, si avvertono. Non tantissimo invero ma un po’ sì.

I calendari accademici sono mutati. I giorni lavorativi di Ryosuke sono anch’essi cambiati e ridisegnano le nostre settimane. Il sabato o la domenica si lavora e si destina magari a un lunedì o a un mercoledì il canonico riposo.

Nelle aule universitarie l’aria condizionata è centellinata e vedo sbattere うちわ (uchiwadavanti ai volti dei ragazzi.
Gli esami di fine semestre si avvicinano, i preparativi urgono e vedo gli studenti sempre più emozionati.
Si tirano le somme di quel che si è imparato e, nonostante la fatica, la soddisfazione di poter parlare una lingua così distante dalla propria in buona parte li ripaga.

Inoltre, sempre per il 節電 (setsuden) nei treni la luce, in vari tratti del percorso, viene spenta durante le ore diurne e capita che, nel leggere un libro, lo sguardo s’interrompa per il sopraggiungere di un tunnel. Un piccolo sussulto.

Una lampadina che dal poster o dall’adesivo che la incornicia nelle stazioni e a bordo dei treni (cfr. foto) fa una faccia difficile da interpretare. Sta dormendo? Sta sopportando? Si sta riposando? Dove non necessari i macchinari – come ad esempio nelle toilettes il suo getto d’aria che asciuga le mani, o l’illuminazione esasperata dei distributori di bevande nelle strade – sono spenti.
Chi non era qui una anno fa forse neppure se ne accorge.

Ed altre piccole accortezze legate all’illuminazione e al consumo di aria condizionata che danno la misura di una collaborazione collettiva. Anche il vestiario un po’ muta e ci si spoglia più del solito.

Tokyo, per sua stessa natura, è un po’ sprecona ed egoista.
E anche se Tokyo non è il Giappone – che di certo non ha bisogno di tutti questi minuti vizi da soddisfare – credo che ce la stia mettendo tutta.
Anzi. Proprio perchè è figlia unica e viziata credo faccia più fatica delle altre città ad adeguarsi al profilo “basso” che l’urgenza le richiede.

*In foto Shinjuku. Un incrocio pieno di luce. Poi il poster del setsuden nella stazione di Kichijoji e ancora Shinjuku, le vetrine di Uniqlo all’uscita ovest della stazione.