“Quel che affidiamo al vento” a Taiwan

“Quel che affidiamo al vento” esce a #Taiwan esordendo la prima settimana al #9 posto nella classifica di genere.

Che gioia!

 

Il mio amuleto contro la malignità

Le poche, pochissime volte che incappo mio malgrado nella maledicenza altrui – perché, per come la vedo, si tratta di un compito, di una responsabilità della persona di scegliere il luogo in cui stare per salvaguardarsi, di evitare di rivolgere l’orecchio e l’occhio lì dove non solo non ci interessa andare ma dove con buona probabilità non saremo bene accolti – ecco, in quei rarissimi casi smaltisco qusi istantaneamente ogni sentimento di rabbia o tristezza ricordando una frase semplice semplice che mi disse Ryōsuke una volta, una frase che mi viene talmente automatica in mente che ormai rammento a fatica che sia stato lui, per la prima volta, a spiegarmela:
“È tanto più facile distruggere che costruire”
Ecco, anche il mio piccolino di cinque anni e l’altro di tre anni sanno distruggere un puzzle. Ma tanto più complesso è trovare la concentrazione la pazienza, il desiderio e l’abnegazione che serve per superare la fatica di costruirlo. Così chi critica un altro, che sia il suo lavoro, l’estetica, l’atteggiamento.
“È tanto più facile distruggere che costruire”
Ed è esattamente a questa fatica, a questo amore che guida l’eccellenza, che intendo educare i miei piccoli distruttori di casa. Perché ricordino sempre che costruire richiede impegno ma ripaga in “significato di vita”. E che non si deve mai disprezzare nessuno, perché denigrare è “distruggere”, e distruggere è tanto più facile che costruire”.
*Bellissima fotografia di shigatsu0926 ❤️

Condividere più che insegnare

Quando mi si domanda perché ami scrivere, viene sempre per prima una risposta tra le tante: perché adoro studiare.
Su questo tavolo tondo – unica forma che ho ammesso negli anni – le ultime fasi di preparazione del corso per la Scuola Holden sul tema dell’Altrove, in partenza il 16 di questo mese.
Il corso è andato in SOLD OUT ma ho dato la disponibilità per un 2° corso che partirà a marzo.
Più che l’emozione dell’insegnare, è forte il sentimento del #condividere che, per me, è la chiave per comunicare il senso di meraviglia, la conoscenza profonda delle cose.
Se non le si ama le cose, anche le più brutte, è impossibile spiegarle. Un comico e l’oggetto della sua satira, ad esempio, uno scrittore e una periferia anche molto degradata, un istruttore e le potenzialità dell’allievo pure poco dotato.
E quindi sì, io non vedo l’ora 💕

La commemorazione dei morti è la celebrazione dei vivi.

La commemorazione dei morti è la celebrazione dei vivi.
L’ho capito esplorando negli anni i tanti modi che hanno i giapponesi di curare il ricordo dei propri affetti, l’idea straordinaria per cui non vi sia una priorità della vita sulla morte, ma un’accettazione tanto piena da considerare la seconda come acqua da versare abbondante sulla prima, sole per farla rigogliosa, terra nutriente per sostenerne la crescita.
Questo è l’altarino dedicato alla Gigia, la nostra cagnolina Welsh Corgi adottata in un canile di Tōkyō tant tempo fa, e morta circa sei anni dopo.
Mia suocera lo cura da allora. Le sue ceneri, il collarino tutto consumato in cima, giochini che amava, oggetti acquistati per richiamarne la memoria, cibo gustoso in scatoletta persino, lì a sinistra.
Il ricordo non serve al futuro, mi dico guardando ogni volta questo angolo del soggiorno dei miei suoceri. Tutto sparisce nel futuro, anche il ricordo. Allora, esso serve a conservare piuttosto dentro di sé quell’amore provato. Perché l’amore rende migliori davvero, non solo per l’oggetto diretto di quel sentimento, ma in genere proprio.
L’empatia, del resto, è secondo me “amore immaginato”.
Per questo guardo mia suocera e penso sia intatto dentro di lei l’amore per Gigia. E questo non solo la consola ma la rende la persona meravigliosa che è.

Tra i primi 100 del 2020

La gioia d’essere tra i primi 100 titoli più venduti del 2020. Felicità e riconoscenza ❤️