Cosa mi sorprende ancora del Giappone~

E al volgere dei miei sei anni e mezzo in Giappone cosa ancora mi sorprende?

Fino a un anno fa non ci pensavo così tanto. Avvertivo l’eccezionalità di certe abitudini, di certe scene tokyote che ormai erano divenute per me la “normalità”, solo parlando con gli amici italiani durante una delle mie sporadiche trasferte.
Vivevo la bellezza del mio oggi ma non fotografavo il poliziotto vestito da mascotte (foto 2) che agita la mano davanti al koban di Takadanobaba (centro di polizia di quartiere), non riflettevo sul fatto che anche in tv i presentatori fanno sempre un piccolo inchino prima di iniziare a parlare e, ancora una volta, al momento di congedarsi. Attendevo pazientemente che la schermata dell’ATM passasse oltre senza notare che anche lì due immagini rispettivamente di un uomo e di una donna si inchinavano per ringraziarmi del servizio, scusandosi se necessario.
Non avrei fermato lo sguardo ad Aoyama sulla donna vestita in kimono che alza la mano, srotolando l’ampia manica rossa, per chiamare un taxi (foto 1).

E la mattina, quando l’immondizia va buttata, non avrei avvertito stranezza nel controllare il calendario perchè ad ogni giorno corrisponde un tipo differente di spazzatura da buttare. Avevo smesso di stupirmi di fronte all’incredibile precisione dei treni e degli autobus che se recitano 16.03 sul tabellone puoi star certo che alle 16.03 tu salirai a bordo e arriverai a destinazione esattamente quando prevedevi. E quando, nei giorni di pioggia, il capotreno ricorda ai passeggeri di non dimenticare l’ombrello, non avrei sorriso.
E quando ti si invita per un caffì tu, qui, sai che è per un tè. Perchè se gli italiani dicono “andiamo a prendere un caffe’?” i giapponesi te lo chiedono immergendo l’invito in una tazza di tè, sia che tu beva l’uno o l’altro「お茶でも飲みに行きませんか」.

Non mi sarei sorpresa di ottenere incarichi in università prestigiose senza conoscere nessuno dell’ambiente, senza avere neppure un parente su cui contare o amicizie dall’interno. Forte del mio curriculum ad affrontare ogni concorso e a vincerli tutti. Uno dopo l’altro. Perchè qui vige la meritocrazia.

Del Giappone non mi stupisce più il rispetto, l’indifferenza dosata e distribuita nei confronti dell’aggressività latente di alcuni. Qui non si litiga. Ci si scusa a priori, si blocca la rabbia dell’altro e solo dopo – se necessario – se ne parla.

La lista è ancora così lunga. Il pulsante, nei bagni pubblici, da premere per coprire i rumori imbarazzanti, 1m X 1m di grandezza di quelli privati. I grandi templi ma anche quelli minuscoli incastonati tra due grattacieli o quelli, ancora più minuti, che si trovano persino in cima ai palazzi di Tokyo.

Le divise, i tassisti, gli autisti d’autobus che indossano guanti bianchi. Le portiere del taxi che si aprono e chiudono da sole. L’efficienza, sempre.
Incontrare un atleta di sumo nella metro (foto 4). La fila ordinata e spesso lunghissima di chi attende l’autobus. Anche trenta persone, l’una dietro l’altra. I pacchetti regalo, il modo tutto giapponese di incartare gli oggetti. Le voci stile manga delle donne negli esercizi commerciali. Le grida/frasi di benvenuto all’ingresso di ogni negozio o ristorante. I bimbetti di sei anni che tornano da soli a casa attraversando Tokyo con la loro cartella rigida in spalla e il cappellino sulla testa, quelli, ancora più piccini, portati in giro dalle maestre dell’asilo in immensi carrelli (foto 3). Li guidano fino al parco, per le strade meno affollate, li portano a guardare i treni passare…

Ma poi un anno fa è successo quello che è successo ed ho sentito il bisogno di spiegare, di documentare quello che stava veramente accadendo a Tokyo. E da lì ho aperto questo blog, ho iniziato a portarmi sempre dietro la macchinetta fotografica nella borsa e il mio sguardo ha ripreso a stupirsi, a notare cosa da italiana mi sarebbe sembrato “eccezionale”.

Defamiliarizzazione, così la chiama Shklovsky . Una presa di distanza dalle cose che permette di vederle sotto un’altra, inedita, luce. Rinfrescare lo sguardo e riprendere a vedere tutto ciò che era inghiottito dalla ripetitività del quotidiano.

E dato che è una cosa preziosa, intendo continuarla.
Grazie pertanto a chi mi legge, a chi mi scrive spesso e con affetto. Nel desiderio di mostrare a voi, vedo anch’io. E ogni giorno mi sorprendo.

    r’⌒ヽ
ノ o ○、
(,,,O,,,,)
(´・ω・`)
ノ つつ
⊂、 ノ アラエッサッサ
し’

63 commenti su “Cosa mi sorprende ancora del Giappone~

  1. Daka Ayra ha detto:

    Che meraviglia, questo post! Grazie per condividere con noi tutto questo, invitandoci forse senza saperlo a defamiliarizzare anche il nostro sguardo nei confronti della nostra realtà. Continua a fotografare! 😉

  2. Giusy Manzella ha detto:

    E io mi sorprendo grazie a te e grazie a questo blog, che mi fa sognare e sperare di essere lì un giorno.

  3. SimoncinaVeg ha detto:

    che bello questo post! 😀 ti seguo spesso ma non commento mai, ma stamattina mi ha fatto proprio piacere leggerti! 😀

  4. MADEINJAPAN ha detto:

    Come te sono una persona che osserva, quasi come se a volte fossi trasparente e vedessi tutto incastrandomi tra sagome, oggetti e vicoli.
    Adoro la foto delle maestre con i bambini nel carrello, un’idea fantastica! …e poi a pensare che questo è solo una punta di spillo di mondo, quello scelto, quello capitato o quello voluto, fa sì che la fame di conoscere e scoprire aumenti a dismisura, allora lì si fa in modo di immortalare tutto ciò che ci cattura e che potrebbe andare perso negli occhi della mente.
    Continua così e deliziaci di quegli attimi, in modo che anche chi ti legge possa assaporarne un pezzetto e fantasticare a come sarebbe se si fosse lì..

  5. Nyu ha detto:

    Tutto splendido.. è un piccolo mondo prezioso!

  6. Carrie ha detto:

    Meraviglioso!Grazie a te sto scoprendo tantissime cose su una terra che amo,ma che conosco solo dalle letture e dalle informazioni sul web..è bello avere un punto di vista di una persona che vive lì…molte molte grazie di condividere tutto questo con noi!

  7. automaticjoy ha detto:

    Grazie a te per questi scorci sorprendenti e affascinanti. Mi fanno venire voglia di essere già lì, a sorprendermi anche io ogni giorni per una nuova scoperta.

  8. Clara ha detto:

    Grazie per questo post intimo e meraviglioso. Quando una città, un paese, non finiscono di sorprenderti, be’, allora forse sono casa tua 🙂

  9. lasimo ha detto:

    questo tuo post è meraviglioso !
    grazie davvero per essere “là” e avere voglia di raccontarcelo !

  10. Murasaki ha detto:

    Grazie a te Laura, per i tuoi post sempre emozionanti!

  11. Giuseppe A. ha detto:

    una volta un treno ha fatto ritardo, io stavo aspettando, e` arrivato dopo 6 o 7 minuti ripsetto a cio` che era scritto sul tabellone, ero estremamente contrariato ….. solo dopo alcune ore mi sono reso conto che era domenica e io avevo guardato la tabella oraria dei giorni feriali 😀
    Cio` che mi stupisce quando ti urlano nell’orecchio “irasshiaimaseee!!!” (che mi diverte sempre) e` che dopo parlano a voce normale, se non bassa, e io non riesco a sentirli XD
    A proposito di inchini, ricordo il personale di bordo dei treni che ogni volta che passavano in un vagone si inchinavano all’ingresso e all’uscita del vagone.
    Uffaaaaaaaaaaa voglio tornare :/ mi serve un progetto, qualcosa.

  12. Giuseppe A. ha detto:

    ps: amo i koban, la prossima volta li fotografero` tutti, sisi

  13. Pollon72 ha detto:

    Che bello questo blog 🙂
    Ti ho sentito poco fa a Radio Deejay mentre tornavo a casa in auto e ti ho cercata su facebook. Ti seguirò!

  14. MissBrown ha detto:

    Le tue parole e le tue foto sono sempre meravigliose…e riesci davvero a renderci partecipi della bellezza dei luoghi, delle persone e delle tradizioni che racconti. Grazie! p.s. poco fa ho anche sentito la tua voce in radio…che strano non conoscerti eppure avere quasi l’impressione che sia così! 🙂

  15. Parola di Laura ha detto:

    questo post è davvero bello!
    ti dovrei chiedere una cosa, hai un indirizzo mail dove posso scriverti?
    ciao laura

  16. Giappone Mon Amour ha detto:

    Che bei commenti, grazie! ♥

    Sono sempre tanto emozionata quando parlo alla radio ma Vic e la Chiara mi hanno saputo mettere a mio agio.

    Si’, e’ curioso conoscersi e non conoscersi al contempo. Le meraviglie della rete!

    Per qualunque domanda mi trovate qui. Rispondo spesso con ritardo, ma rispondo :*

    (ci sono anche su facebook e li’ ho creato uno spazio apposta per le vostre domande: http://www.facebook.com/note.php?note_id=207009919370299).

    A voi tutti buonanotte! :*

  17. FilippoJapan ha detto:

    Laura, scusa per la domanda superficiale, ma le tue foto sono estremamente efficaci. Che macchina usi ? Una volta scaricata postprocessi in qualche modo ?

    Matane

    1. Giappone Mon Amour ha detto:

      Dovrebbere essere questa: http://www.itechnews.net/2009/07/24/fujifilm-finepix-f70exr-10x-long-zoom-camera/. Poi, nel caso della prima foto, ho giocato con il contrasto grazie al programmino di default di windows. Non so ahime’ usare programmi avanzati di grafica. Spero di esserti stata utile ^^

  18. Mi fai venire sempre più voglia di andarmene via dall’italia ;(

  19. Sephora ha detto:

    Bello questo post, non chiedere perché ma mi sono commossa. Amo il giappone e ti ringrazio per tutti questi racconti che mi fanno conoscere i sui più piccoli particolari.

  20. eli ha detto:

    Ci sono momenti in Giappone in cui ciò che ci circonda ha dell’incredibile se considerato dal nostro punto di vista occidentale. Chi ha avuto la fortuna di viverci sente fin la mancanza di questi attimi di stupore!

  21. eli ha detto:

    credo che chi ha avuto il piacere di vivere in Giappone sia più volte rimasto affascinato dai dettagli, dalle sfumature, dalle incredibili precisioni. Ci si fa un po’ l’abitudine, peccato. Quando poi si rientra ci mancano e ne serbiamo il piacevole ricordo

  22. Unknown ha detto:

    Grazie a te, Laura!

  23. Unknown ha detto:

    ops mancava la firma! sono Susita

  24. perlinavichinga ha detto:

    grazie a te per condividere tutto ciò con noi!

  25. Silvia Pareschi ha detto:

    Davvero bello, questo post. Ci si riconosce chiunque abiti all’estero, perché è vero, scrivere un blog come il tuo significa anche guardare le cose, fotografarle e descriverle rimettendosi dal punto di vista di chi le vede per la prima volta, e così facendo rinnovarle anche per se stessi.

  26. Benedetta ha detto:

    grazie a te che scrivi sempre con tanta passione e che regali, a chi come me ama il giappone, dei veri e propri momenti di vita tokyota! Anzi, mi aiuti a mantenere vivi i miei ricordi e rinforzare il desiderio di tornare presto non solo da studentessa di lingue orientali, ma magari anche da cittadina.

    Un caro saluto da “Il cibo delle coccole”

  27. DAIJIRO 85 ha detto:

    “Non smettere mai di vivere sognando la tua quotidianità; perchè se smetti di sognare, presto ti renderai conto che la tua vita avrà perso metà della sua magia”. (Byron)
    Io ti devo ringraziare, cara Laura.
    Sì, ti devo ringraziare perchè è da post come questi che, giorno dopo giorno, mi rimane sempre vivo il ricordo di un Paese del quale mi sono tanto innamorato.
    Son bastati due mesi di vita a Tokyo, peraltro distribuiti in due anni successivi, nemmeno tutti d’un fiato, per farmi entrare questo posto nel cuore e sperare, presto, che il prossimo biglietto per il Giappone sia di sola andata…
    Le sensazioni che racconti in questo “articoletto” sono esattamente le stesse che, in larga misura, hanno impressionato anche me. Una scoperta quotidiana, fatta di tante cose, dalle piccole alle grandi, tutte comunque così meravigliose, così affascinanti.
    Spotlight (solo alcuni, tutti è impensabile citarli…) delle cose, ulteriori a quelle da te citate, che mi sono rimaste “dentro” di Tokyo: gli addetti delle pulizie delle stazioni che puliscono anche i poggiamano delle scale mobili; gli “irasshaimaseeeeee” (il modo di dare il benvenuto) non appena si entra in un negozio o tavola calda; i ragazzi che distribuiscono, come lavoretto part time, fazzoletti di carta “pubblicizzati”; i piccoli chioschi vendi-tutto nelle stazioni (in alcune, addirittura posti sulle banchine della metropolitana); la voce registrata (maschile o femminile, alternata, a seconda dei binari…^^) che annuncia l’arrivo del treno, e che ci redarguisce a non oltrepassare la linea gialla…
    まもなく、5番線に、渋谷 – 新宿 方目 往きが まいります。あぶない ですから、
    黄色い せんまで etc etc…
    Eh sì, che meraviglia, che nostalgia…:(
    🙂

  28. Julieta ha detto:

    Cavolo, 6 anni e mezzo. Come ti invidio!

    P.S.Ho incontrato anch’io quel lottatore di Sumo in treno! Sta’ a vedere che eravamo sulla stessa linea 😉

    1. Giappone Mon Amour ha detto:

      Tozai-sen. Possibilissimo. Ho l’impressione bazzichiamo nelle stesse zone noi due. ^^

    2. Julieta ha detto:

      Sì, era proprio la Tozai, stavo andando a Kagurazaka 😀 Credo anch’io, vedo che spesso parli di Kichijouji, zona che attraverso per andare a casa!

  29. taral ha detto:

    Defamiliarizzazione: mi piace, dovrei imparare anch’io…;-)

  30. Laura ha detto:

    Brava!!! Continua a stupirti sempre, di tutto!
    Laura

  31. elle ha detto:

    Penso sia fondamentale cercare di guardare sempre le cose come fosse la prima volta. E credo che tenere un blog aiuti molto in questo senso!

  32. Brisilde ha detto:

    Ritengo che sia fondamentale per te continuare a vedere le cose con l’occhio dell’italiana,e solo così che puoi cogliere a pieno la novità e la bellezza di quello che ti circonda! ;D

  33. tosola ha detto:

    complimenti per il blog! sei bravissima nel descrivere piccoli frammenti di vita quotidiana pieni di sensazioni ed emozioni. A fine aprile partirò per il mio primo viaggio in giappone e leggere il tuo blog mi fa apprezzare ancora di più la mia scelta…

  34. Igor Aloise ha detto:

    solo le persone delicate si lasciano ancora sorprendere dal quotidiano, una abbraccio

  35. ziaci ha detto:

    Ho conosciuto questo “luogo” grazie a Radio Deejay, credo nel blog del Trio, era circa un anno fa, e non ho mai smesso di leggerti (anche se settimanalmente, se va bene…il tempo è sempre troppo poco…) anche se non ho mai scritto, ma questo post è troppo bello e coinvolgente per non presentarmi!
    Mi fai sognare un paese che, in realtà, conosco solo attraverso te, prima non mi sembrava tanto interessante (brutta l’ignoranza!) e non era in cima i miei sogni…non lo è ancora, ma sicuramente viene prima di tanti altri!
    Continuerò a leggerti con molto piacere e a perdermi nelle tue bellissime foto, per ora grazie per quel che ci regali!

  36. Nily ha detto:

    Che bello questo blog! ♥
    Sono arrivata per caso da un link su twitter, ma me lo sono letto più o meno tutto, dall’inzio.
    Un post più emozionante dell’altro, soprattutto per chi come me già ama il Giappone anche se “a distanza” ^__^ E non vedo l’ora di vedere tutte queste con i mie occhi, per la prima volta!

  37. mariantonietta ha detto:

    è bello stupirsi ancora, dopo tanto tempo. spero che sia così anche per me.

  38. Giappone Mon Amour ha detto:

    Noto che abbiamo la stessa sensibilita’ per le cose. E’ un concetto quello della defamiliarizzazione che si puo’ applicare ovunque.
    Ringrazio io Radio Deejay per la compagnia. E’ la radio che mi permette di rimanere ancor piu’ legata al mio paese d’origine.

    Un abbraccio a tutti voi! Laura

  39. Mimì Momo ha detto:

    Ciao Laura. Bel post, la defamiliarizzazione fa parte di me. non posso fare a meno di guardarmi intorno sempre e comunque e stupirmi di piccole cose che gli altri giudicano stupide. Sapessi quante volte son stata guardata male perché, per esempio, ho strillato: “una famiglia di funghetti!” in un parco. Sono contenta che esistano altre persone attente a ciò che le circonda! grazie!

  40. ♥~ Silvia ~♥ ha detto:

    la raccolta differenziata per giorni esiste da tanti anni anche in Italia XD almeno quella!

  41. sonia carola ha detto:

    ho fatto il mio viaggio di nozze in Giappone e mi sono innamorata di quel fantastico mondo. Grazie ai tuoi racconti posso essere ancora lì nella mia immaginazione!^_^grazie!

  42. Sabry ha detto:

    Splendido pezzo, ho appena scoperto questo blog e ne sono già innamorata.
    Amo il giappone da tanti anni e anch’io sogno di viverci, ma spesso mi chiedo, quali sono gli aspetti negativi?

    Noi amiamo lamentarci del nostro paese, ma credo che anche nella cultura giapponese dietro a questa perfezione, cortesia, precisione, rabbia repressa ci siano die grossi disagi personali. Non so se vorrei far crescere i miei figli in Giappone ecco, ogni tanto rifletto su questo.

    1. Giappone Mon Amour ha detto:

      Capisco le tue perplessita’. Ovviamente anche il Giappone ha i suoi lati negativi e credo che ognuno, vivendoci, li individui e decida di comportarsi di conseguenza. Se a conti fatti si sta meglio che peggio e’ bene restarci, altrimenti e’ giusto emigrare altrove.

      Esistono tanti stereotipi sui giapponesi, forse anche perche’ quest’immagine “perfettina” risulta alla lunga antipatica, quasi una forma di superbia. Quel che mi ha stupito tanto nel rapportarmi ai giapponesi e’ invece il tono critico con cui spesso parlano di se’ e del proprio paese. Lo fanno con piu’ pacatezza – che e’ ti assicuro non di facciata ma proprio parte dle loro DNA – ma lo fanno.

      Ti diro’ invece una cosa. Per me ( e solo per me posso parlare) se dovessi avere dei figli vorrei crescerli qui, o almeno dar loro l’imprinting iniziale dolce, rispettoso, tenace di questo popolo mite. Poi li manderei nel mondo ad affrontare bellezze e brutture ma vorrei nascessero qui.

      Credo, per come son fatta io, che si debba cercare sempre di mantenere un lato ottimista e piacevole alla vita, cercare di vederne il lato migliore. Se pero’ si vuole parlar male serve maggiore cautela: serve documentarsi, portare fonti, verificare e non affidarsi solo al proprio sentire perche’ e’ un attimo che un’esperienza personale si tramuti in un giudizio su un popolo intero, un evento minuto in una generalizzazione.

      Questo, credo, insegnerei ai miei figli. A credere alla bellezza delle cose, ad innamorarsi della vita e quando vorranno dirne peste e corna a farlo in privato, con gli affetti o gli amici piu’ cari, ma mai a gridare in pubblico – su un blog o una pagina fb – la loro rabbia. Questa e’ la filosofia che muove la mia scrittura pubblica. Ne avverto la responsabilita’ e ne temo l’impatto. Che sia positivo…. il negativo del resto e’ cosi’ personale. Che ognuno lo trovi da se’. 🙂

  43. Giappone Mon Amour ha detto:

    Grazie a tutti quelli che hanno commentato. Non rispondo uno ad uno sempre ma li leggo tutti con enorme piacere. Grazie dvvero d’essere passati e del vostro tempo prezioso.

  44. Claudia Tresoldi ha detto:

    Sai, mi è scesa una lacrimuccia mentre leggevo il tuo post. Una lacrima nostalgica che mi ha riportato in Giappone. Sono piccoli dettagli che sono rimasti in mente anche a me e che speri non diventino mai abitudine, così da apprezzare sempre il Giappone e ricordarti il motivo per cui lo ami e per cui l’hai scelto.

  45. Angela Gargiulo ha detto:

    Bellissimo il tuo post, Laura! Ho respirato l’aria del Giappone e per un attimo ho sognato ad occhi aperti..

  46. Ignazio Pravatà ha detto:

    tokyo e’ una citta’ che mi ha colpito molto si passa dai grattacieli alle case basse e vie strette una citta unica

  47. Ignazio Pravatà ha detto:

    il giappone e’ un paese meraviglioso,dove funziona tutto,ed e’ un paese sicuro,h24

  48. Flavia Federico ha detto:

    Che meraviglia… da Italiana mi stupisco a leggere il tuo blog, mi stupisco e sono felice che in altri paesi c’è qualcosa che funzioni.
    Sono anche molto amareggiata per la vita che si fa qua, dove lo stupore non c’è, ma solo rabbia, disappunto, ritardi.
    Forse dovrei iniziare anche io a girare con la macchina fotografica… forse riuscirei a guardare Roma con altri occhi e trovare quella luce che tu ci regali ogni giorno.

    Grazie e buona notte (Buon giorno) <3

  49. Laura Imai Messina ha detto:

    Bisogna iniziare proprio da lì. Immagina di raccontare la tua città a turisti, giapponesi magari. Vedrai che l’amore tornerà per la tua città. Bacio Flavia Federico

  50. Carlotta Fogli ha detto:

    Usato anche l’altro giorno… A forza di starci in Giappone si prendono anche le abitudini che consideravamo più bizzare… Vero?

  51. Laura Imai Messina ha detto:

    Carlotta Fogli, come sta andando? Yi stai divertendo?

  52. Barbara Castelli ha detto:

    che fortuna… mi piacerebbe un sacco andare in Giappone <3

  53. Artemis ha detto:

    Quando sono andata in Giappone, l’anno scorso, una delle cose che più mi ha stupita di me stessa era la mancanza di stupore davanti alle cose che come italiana avrebbero dovuto meravigliarmi. Non che non apprezzassi, tutt’altro: amavo ogni singola stradina di un quartiere residenziale, amavo ogni conbini, rimanevo deliziata davanti ai templi. Ma allo stesso tempo era tutto familiare, amato e familiare, ecco. Vedevo ogni mattina i muratori fare ginnastica con la musica classica prima di iniziare a lavorare, e una mia amica ha dovuto attirare l’attenzione su quanto fosse strano (in senso positivo).
    Mi sentivo come un pesce tornato nel fiume.
    Niente mi spingeva a spalancare la bocca e a indicare col dito, ma il cuore mi si stringeva per la felicità.
    Anche adesso sto scrivendo con le lacrime agli occhi. È passato quasi un anno e non riesco a darmi pace.
    Lo so che vivere in Giappone è altra cosa, so che potrebbe piacermi meno, potrei stancarmene, ma del resto cosa posso fare se mi sono sempre sentita sradicata nel paese dove vivo?

    1. Laura Imai Messina ha detto:

      Ci sono luoghi dell’anima destinati a restare o a rivelarsi a noi quando meno ce lo aspettiamo. Il Giappone deve essere stato questo per te. Ora hai una seconda casa dall’altra parte del mondo.. 🙂

  54. Roberta ha detto:

    Grazie Laura, ciò che vedono i tuoi occhi sono sono cartoline per me…emozioni che pregusto in attesa di tuffarmi un giorno di persona fra le meraviglie del Giappone e la sua gente che tanto mi affascina♡

  55. Francesco ha detto:

    Questo scritto è davvero un Dono.
    Ci fa riscoprire che la Bellezza può esistere ancora ed esiste!
    Bisogna saperla coltivare come fa con grande attenzione quel bellissimo paese che è il Giappone!
    GRAZIE a te cara Laura di farci partecipi di questa straordinaria meraviglia con i tuoi occhi stupiti che fotografano queste sfumature importanti e che, grazie a questo, riesci a stupire anche noi!

  56. Giovanna ha detto:

    Ciao. Ho iniziato a leggerti perché la prossima primavera avrò finalmente la possibilità di venire a “trovarti”. Devo dire che avevo iniziato a leggere un po’ superficialmente i tuoi post, ma più leggo i tuoi racconti più mi viene una gran voglia di partire. Per me sono veramente importanti. Mi sembra di imparare a conoscere questo paese ogni giorno di più attraverso i tuoi occhi e le tue orecchie. Ti sono veramente grata di questa opportunità che mi dai e ti volevo ringraziare. Al prossimo post.

    1. Laura Imai Messina ha detto:

      Grazie Giovanna, sei gentilissima. Questo paese ti accoglierà egregiamente, ne sono certa! L.

  57. Che dire… come sempre un bellissimo articolo, ricco di passione ed emozioni palpabili.
    Ti capisco benissimo, su tutta la linea, anche se per me sono “solo” quattro, gli anni e da quando vivo a Kyoto, che ho scoperto avere dei tempi tutti suoi di far le cose, ho percepito il tutto attorno a me esattamente per come lo hai descritto.

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