furin

Delizie dell’estate

L’estate tokyota, sebbene afosa e forse difficile da amare per chiunque non vi sia abituato, io l’attendo con ansia ogni anno.
Delle tante delizie, giusto tre.

Farfalle enormi, colpo d’occhio nell’estate giapponese.
Nere, bianche, con le ali frastagliate di altri colori.
E’ un volo che appare più pesante e occupa porzioni d’aria a cui un insetto di “normali” dimensioni non potrebbe mai aspirare.

Poi ci sono i 風鈴 (furin), che tintinnano nel vento come monetine tra le dita, come un leca lecca tra le labbra di un bambino o il cucchiaino che ingordo sbatte sul piattino.
E’, per me, il suono acuto delle cose belle e contingenti.

E infine c’è il fischietto del venditore di tofu che in bicicletta percorre le stradine di quartiere. C’e’ tutto l’anno in verita’ ma solo in estate mi soffermo ad ascoltarlo.

In questa zona e’ un uomo di mezz’età con il volto deformato da una qualche malattia o malformazione congenita . Non l’ho mai fotografato per pudore, perchè temo possa fraintendere la mia curiosità che e’ invece diretta ad una figura professionale che, semplicemente, in Italia non esiste.

E quando torno a casa dal lavoro, macinando brevi o lunghe distanze in bicicletta, sento quel filare di suoni – anzi un filare unico e continuo per vari secondi – e apro il portone del palazzo più contenta.