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È “diffacile” abitare Tokyo

DSC06303Mentre sale il giorno dietro i grattacieli di Shinjuku e strati di nuvole ne rendono la comparsa un evento impreveduto, aggiusto come posso il malditesta lancinante che mi colpisce ultimamente, le fitte che scendono dalla cima della testa giù giù dietro la nuca. Il freddo avvolge la città e un vento gelido si insinua serpentino, la mattina e la sera, nelle trame dei vestiti. Fuori dal letto, fuori dalla porta di casa esiste fisicamente il tempo, non passa inosservato come accade in autunno o in primavera. È un qualcosa da affrontare, una cosa che il corpo sente come un oggetto da spostare per procedere oltre.

I treni riscaldati rendono il tragitto più sereno e sono questi gli unici momenti in cui la scrittura viene fuori. Dietro le teste sonnecchiose dei passeggeri, oltre l’ampia vetrata che dà sulla treccia di binari, la Chuo-sen procede parallela a questo treno, di poco più veloce o più lenta a ridosso delle stazioni. Scorgo il capotreno che conduce il lungo serpentone con il sole in volto, il nuovo giorno che si apre.

È silenzio nel convoglio, o si dorme o si legge o si gioca al cellulare. Io scrivo, nonostante un malessere diffuso che un po’ mi offusca la vista, mi stringe lo stomaco e mi racconta il bisogno profondo di riposo che ho da qualche mese.

DSC06298Tokyo continua ad invitarmi ma ultimamente la guarda meno, mi lascio sfuggire le sue giravolte, le capriole che fa per impressionare. Ma io non mi impressiono, la conosco, la amo come si ama una persona. Ne conosco la bellezza struggente e soprattutto ne conosco e ne accetto i difetti. Eppure, come si fa con chi si ama, non vi torno su in continuazione rinfacciandole la fretta, la folla, l’agitazione perenne che le penetra, in fondo rinforzandole, le ossa.

Il solo saperli a memoria mi aiuta a difendermi da essi, a prevenire l’irritazione, la stanchezza. A prendere stradine parallele dove le macchine non passano, piccoli giardini rivelano il cambio di stagione, le fasi del tempo naturale che di certo sarebbe tanto più manifesto in campagna.

DSC06287È “diffacile” vivere in questa città. È uno scendere continuo a compromesso, una ricerca di tracce secondarie che promettono di dispensare la vita calma, l’unica che accoglie veramente le persone e i loro cuori sempre inquieti. Qualcosa che è probabilmente comune a tutte le metropoli del mondo.

Decorazioni natalizie preparano al giorno più romantico dell’anno, insieme al 14 febbraio, ed io che amo molto il Natale avrei voglia di fare un salto a Piazza Navona per acquistare pezzo a pezzo il mio presepe, le decorazioni dell’albero che ancora non abbiamo ma che il prossimo anno sarà senz’altro a casa nostra. È una promessa. Me la faccio e risparmierò per mantenerla.

Di solito è Capodanno che mi ripara eventuali delusioni, il calore familiare che abbraccia di pietanze tradizionali, pini fuori casa, i rintocchi del tempio che salvano anime e, accogliendo il nuovo anno, esaudiscono i desideri.

DSC06300Sono costante nel pregare. E nel volgere degli anni ho notato che la tenacia mi esaudisce. Prima o poi, anche dopo molti anni, ciò che chiedo giunge a me. Forse perchè in buona parte dipende dall’impegno e dalla fortuna che talvolta lo accompagna.

Anche quest’anno so già cosa chiederò. Battendo due volte le mani davanti al tempio a mezzanotte, inchinandomi altre due volte e battendo i palmi uno contro l’altro in un ultimo schiocco, sussurrerrò:

“Che .. ……. ….. ….” 「~ますように」 .

 

メロディー / 玉置浩二

Il nostro Natale alla tokyota

Il 25 è agli sgoccioli.
In questi due giorni abbiamo goduto di una Tokyo gelida eppure piena di calore. Abbiamo passeggiato per ore per la città, svegliandoci con una dolcissima colazione al gusto di panettone e dolcini vari, dono della mamma.

Ho scattato decine di foto che testimoniano i nostri percorsi. Quello del 24 per Mejiro, Kanda, Jimbocho ed Idabashi e quello del 25 dicembre per Kagurazaka, Idabashi, Kichijoji.
In questo anno in cui temevo non avrei avuto il tempo di festeggiare ho finito per godermi il Natale come mai nella mia vita. Senza regali. Senza spese. Ma con tantissimo relax ed altrettanto tempo da passare insieme.

Domani la vita riprende consueta. Lavoro. Ma dietro l’angolo c’è già il Capodanno. Con i suoi piatti tradizionali colmi di simbologie e di colori. Con le decorazioni che già adornano gli ingressi delle case, dei negozi e di molti palazzi.

Da una Tokyo sbrilluccicosa, tanti auguri a tutti voi!

Laura, Ryosuke e Gigia

Oggi che giorno è in Giappone? 7/12

Oggi in Giappone è il giorno dell’albero di Natale 「クリスマスツリーの日」

Il 7 dicembre del lontano 1886 (diciannovesimo anno dell’era Meiji) venne addobbato il primo albero di Natale della storia del Giappone nella zona di Yokohama, in onore dei marinai stranieri che lì erano residenti.

Fu invece intorno al 1875 (ottavo anno dell’era Meiji) che si festeggiò per la prima volta la celebrazione natalizia.