otto

Ventisettenne OTTO

Un giorno speciale che non lo sembra affatto. Di candeline e di tanti auguri, tanti auguri, tanti auguri a te. E’ Ryosuke che fa gli anni.

“Quante candeline?” chiede la commessa del bancone della piccola pasticceria all’interno di Atrè a Kichijoji.
“Ventisette… la vedo difficile” sorrido.
Specchio riflesso e mi ritorna indietro il sorriso.
“Che ne dice di due grandi e sette piccole?”
“Perfetto!”

La sveglia che suona a lungo stamattina. Una, due, tre, sette, OTTO volte. E il mio 8 non si sveglia, incagliato nel cuscino, continua a risettare l’orologio che grida ogni mezzora senza essere ascoltato. Non riusciamo proprio ad aprire gli occhi.

Forse è stata l’ora tarda che ci ha imposto ieri il terremoto, il susseguirsi di notizie di cui si ha una gran fame ogni volta che capita qualcosa. E’ per capire dove si è, in quel preciso istante della Storia presente. Allora giù di televisione, di NHK, giù di skype e di facebook. Giù di blog e giù anche di google.

Ubriaca di notizie rifletto sul primo spasmo di emozione successivo al terremoto.

Le coccole alla Gigia prima di tutto. Poi il pensiero al mio 8 in treno verso casa.
Ma subito, subito dopo internet, la pagina facebook. La comunicazione di servizio che passa dalla porta principale.

Son qua. Ho avuto un po’ paura ma non è successo niente di che. Tutto bene. Grazie a tutti.

Ed esser sola a casa non fa più nè caldo nè freddo. E’ più il tiepido calduccio equilibrato che ti fa sentire in compagnia, capìta, contestualizzata ed “esprimente”. Perchè parlare e comunicare è il modo migliore per equilibrare.
Senza internet questo terremoto (e per questo intendo quello di quasi un mese fa) non me lo saprei proprio immaginare.

Una gran nausea oggi. E’ il sonno interrotto e acchiappato più e più volte. Alla fine Ryosuke fa tardi al lavoro, usciamo che è mezzogiorno.
Di nuovo fino a Shibuya per passare più tempo con Ryosuke, di nuovo fino ai tornelli della Yamanote, di nuovo alla panetteria francese che ho scoperto solo ieri al quarto piano della stazione di Shibuya.
Riprendo l’abitudine al romanzo e so che sarà dura continuare tutto da lunedì quando il lavoro riprenderà a (quasi) pieno ritmo.

Ma oggi è il compleanno di Ryosuke, del mio otto, del mio 8, del mio 夫. E anche se sono le 22.40 e lui e’ ancora in ufficio a Shinagawa, anche se dal momento in cui uscirà di lì gli ci vorrà un’altra ora e mezza prima di arrivare e anche se facendo un veloce calcolo arriverà a casa che il giorno del suo compleanno sarà già finito, io gli preparo la pasta mari e monti, quella con un buon profumo di rosmarino comprato fresco nel pomeriggio al supermercato e infilzerò le due candeline grandi e sette piccole nella roll cake alla frutta che è la sua preferita.

*夫 (おっと)significa “marito” in giapponese e si pronuncia proprio “otto”, come il numero in lingua italiana.

** In foto alcune persone che ho visto ieri a Nakameguro e la Gigia tra le scarpe di Ryosuke, stamattina, nel momento in cui stavamo per uscire.