scoperta

Delle fermate intermedie e delle piccole scoperte

Dei tanti programmi, uno. Il sabato mattina sulla Nihon Television.
「ぶらり途中下車の旅」 (Burari tochu gesha no tabi)

Ogni settimana viene scelta una linea tranviaria del Kanto e un tratto da percorrere. Un personaggio dello spettacolo, di volta in volta differente, fa da cicerone al piccolo viaggio di scoperta che lo attende.

Il programma si basa sull’idea di scendere alle stazioni intermedie. Ad esempio, si decide di prendere la Linea Inokashira che da Kichijoji porta a Shibuya e viceversa? Ebbene, si scendera’ ad una stazione che non si è mai visitata, saltando invece quelle più famose e frequentate. Perdendosi per le stradine di un quartiere di cui si è fino ad allora sentito annunciare solo il nome.

E così si uscirà a quella stazione sconosciuta. E, spinti da curiosità, ci si soffermerà su un’insegna, sul volto concentrato di qualcuno, si leggerà tra le righe di un menù e da lì inizierà lo stupore. Perchè basta fare una domanda. “Cosa significa…?”, “Che lavoro fate?” “Esattamente qui cosa vendete?” “Come mai…?”
Ed è incredibile quante meraviglie celino le strade di “anonimi” quartieri.

A guardarlo questo splendido programma, così semplice ma sorretto da un’idea geniale, viene voglia di fermarsi. In movimento verso la propria meta. Viene voglia persino di cambiarla quella meta. Spezzettarla e rendere IL viaggio TANTI viaggi. Parcellizzando. Duplicando. Triplicando.

Tokyo è immensa. Impossibile percorrerla tutta. Ma vale la pena di fermarsi. Di non giungere sempre a Shibuya o a Kichijoji. Vale la pena di saltare Shimokitazawa. E andare alla scoperta di quartieri sconosciuti.

E si può applicarlo ovunque questo gioco dello scendere “alle stazioni intermedie”. Non serve che sia Tokyo. Neppure che sia Kyoto. Può essere Roma, Milano. Può essere New York o Barcellona. Lisbona, San Francisco, Berlino. Ma anche Syracuse, Torino, Latina o Reggio Calabria. Ma anche…

°In foto la mia amata Kichijoji e l’illustrazione del programma