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Per prima cosa… grazie!

Oggi, chiacchierando con una cara amica su skype – di quelle conversazioni che ci separano di due o tre continenti a seconda della sua mutevole collocazione – mi è tornata in mente un’ intervista ad una atleta giapponese mandata in onda un paio di mesi fa in televisione durante un popolare programma della mattina. 
Si parlava della preparazione alle Olimpiadi di Londra, dell’allenamento ma anche dell’attitudine mentale in vista della grande prova. Questa atleta – forse una maratoneta, non ricordo –  spiegava all’intervistatore che, come esercizio di supporto psicologico, scriveva sul suo quadernino questa frase, la stessa ogni giorno: 

“Grazie di cuore della medaglia d’oro ricevuta alle olimpiadi di Londra”

Il quadernino che mostrava alle telecamere era fitto fitto di scrittura. Righe tutte uguali che recitavano la stessa frase piena di riconoscenza per una medaglia (ovviamente) mai – o non ancora – ricevuta.
In questo modo, lei diceva, riusciva a trasformare l’ansia da prestazione in riconoscenza e grazie a questo sentimento a caricarsi ogni giorno di positività.
E commentavamo con la mia omonima amica, che attraversa per amore continenti, che è proprio così che bisognerebbe affrontare le sfide e i grandi progetti della vita. 
 

Thai Boxe ad Ariake.

Alcune settimane fa, grazie all’invito di un caro amico che aveva a disposizione due biglietti omaggio, sono andata a vedere la Thai Boxe all’Ariake Colosseum.

Ariake 有明 e’ una delle zone “nuove” di Tokyo in cui ho l’impressione che, a meno che non si abbia uno scopo ben preciso, raramente si vada a passeggiare.
E’ piena di palazzoni fitti fitti di appartamenti e di edifici che hanno un che di futuristico.

Mentre ci affrettavamo verso il Colosseum, dove si sarebbero tenuti gli incontri, ha iniziato a cadere la pioggia e il cielo si e’ fatto mano a mano piu’ scuro.

Una volta ad un simile invito avrei risposto:
“no grazie”
“scusa ma mi impressiono”
“a me la violenza non piace”
“la boxe e’ solo darsi pugni” ecc.

Per la stessa ragione per cui ho imparato a guardare con piu’ attenzione e ammirazione i lavori degli altri, questa volta non mi sono tirata indietro.
Ed ho fatto bene.

Perchè ho avvertito tanta passione nelle movenze degli atleti, mentre la musica scorreva in sottofondo e loro continuavano a danzare sul ring.
Ci sono vite dietro ad ogni scelta. Ed uno sport portato ai massimi livelli è una scelta. Un lavoro a tempo pieno. E merita rispetto.
Ed è persino un piacere guardarli. Perchè il dolore ed i calci sono calcolati, e fanno parte del “gioco”.

Le luci di scena che scendono oblique dall’alto.
Un calcio appena assestato.
Uno che è pronto a partire.

Insonne mi rigiro nel letto. Esco dal letto.
Domattina la sveglia è alle sei.
Temo stanchezza. Ma sarà ancora vacanza, questa volta con Ryosuke, con l’8. Con il mio tutto.

Arriviamo Trieste, arriviamo Verona. Milano, Cernobbio!