Resistenza al nuovo

La gioia di scoprire che la editor della versione giapponese di “Quel che affidiamo al vento” ha studiato in una delle università in cui insegno e l’avere una cornice comune di luoghi – seppur remoti nel tempo e ahimè (vista la situazione attuale) nello spazio – mi rende tutto più vicino, più emotivamente accessibile.
Sviluppo con il tempo una resistenza al nuovo, come se il quotidiano fosse già così perennemente in mutamento, da faticare a costringermi ad altro. Forse due bimbi piccoli piccoli in casa, forse la liquidità del mio doppio mestiere, ma inizio a credere che il nuovo debba aggredirci, farsi forza della sua ragione e venirci addosso nonostante le nostre proteste.
Che a fronte di esistenze – ognuna per le sue ragioni intrinseche – “faticose”, sia questo l’unico modo di accoglierlo. Subirlo inizialmente, e poi apprezzarlo.

Vicino lontano

Abitare sul mare e andare poco al mare. Forse è la condanna della vicinanza, che ti rende ovvio anche quanto è eccezionale.
E ad ogni trasloco scoprire di non aver mai assaggiato la cucina di quel ristorantino proprio sotto casa, di non essere mai passata per quella viuzza appena dietro, e non aver mai fatto esperienza di quella biblioteca che era aperta proprio il tuo giorno di vacanza.
E’ curioso come quanto ci è vicino ci sappia essere remoto. Forse, mi dico, è proprio il viaggio che cerchiamo, l’essere lontano che ci richiede quel lungo movimento e quel prepararsi che, in buona parte, è già un po’ come partire.

Tōkyō tutto l’anno

«Tōkyō sembra sempre in costruzione. Da bruco a farfalla, da farfalla a rondine, da rondine a sasso, da sasso a palazzo, da palazzo a bosco, da bosco a… È in uno stato di infanzia perenne, come una bambina che a guardarla non pare diversa, ma poi confrontandola con le fotografie – l’album aperto una domenica sulle ginocchia – emerge strabiliante nella differenza».
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Laura Imai Messina, che ci vive da quindici anni e vi ha ambientato i suoi romanzi, ci accompagna in una Tōkyō familiare e sconosciuta al viaggiatore occidentale, quotidiana, fatta di stradine nascoste, riti domestici, abitudini secolari e tradizioni modernissime. Tōkyō tutto l’anno, arricchito dalle splendide illustrazioni di Igort, è un viaggio sentimentale, autobiografia in forma di citta, enciclopedica lettera d’amore a una metropoli e ai suoi abitanti, indimenticabile romanzo di luoghi, personaggi, cibi, leggende, sogni.
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Eccolo!
Esce l’8 settembre per Einaudi editore e da oggi è in prevendita ovunque.
Dire che è un pezzo di vita sembra banale ma è esattamente così.
Sono dieci anni di lavoro, di ricerca (usando solo fonti giapponesi, per altro), quindici anni d’amore per Tokyo.
In questo libro illustrato dal Maestro Igort ne narro non solo la storia, ma le tradizioni, e cosa significa viverla così, non come fosse un luogo in cui si è “espatriati” ma un posto in cui si è fatto nido. Tokyo che è casa.
Lo potete preordinare online (link ↓) ma, per l’amore profondo che nutro per le librerie (e il benessere che so sanno portare al territorio e alle persone), sarebbe bello vi affacciaste nella libreria di quartiere a chiedere di mettervene da parte una copia. ❤
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Per chi acquista online>