Di una domenica, di Miwa e di certi giapponesi

Domenica svelta. Nella sveglia. Nello svolgimento. E nella conclusione.

Con la mia amica Miwa appuntamento in bicicletta davanti alla stazione. Da ieri ha scoperto un posto dove affittarla a 200 yen per 24 ore e le sta tornando la voglia di girare il quartiere viaggiando sulle due ruote. Più economico, salutare e a contatto con il tempo. Quello che svela il cambiamento stagionale. Le stradine che si possono percorrere solo a due. Piedi. O ruote.

Stamattina un gruppo notevole di persone, fascia sul petto e pinzettone alla mano, è andato alla ricerca di cicche e immondizia per le strade del quartiere. Gruppetti di volontari (tante le famiglie con bimbetti) che hanno raccolto ogni residuo di inciviltà – o sfortunata casualità (a chi non è mai caduto uno scontrino dalla tasca?).

Una mattina piena del pane appena sfornato, delle nostre chiacchiere, dei paesaggi urbani che ci siamo svelate l’un l’altra e dello studio. Critica letteraria e letteratura giapponese io, coreano lei. Sussurra la pronuncia delle parole, delle sillabe di questa lingua grammaticalmente tanto vicina al giapponese quanto lontana da un punto di vista fonetico.

Muove la bocca, lavora di pronuncia anche in treno, pur senza emettere suoni.

“Fai paura”「こわいよ!」, le ha detto un’amica. Di quelle giapponesi che si impressionano con nulla.

Ci sono anche loro. Ma basta rimanere “centrati” su se stessi. Che a dar retta alle opinioni discordanti della gente si finisce matti.

"L’ora preferita della sera"

Ancora uno scatto al tramonto, nel tempo che mi dedico ogni tanto per guardare il paesaggio serale dalla ferrovia.
Un aereo che vola all’orizzonte. Lo vedete?

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I colori. Sono drogata dei colori di questo paese.
Citando il titolo di uno splendido libro ormai fuori stampa, questa è per me “L’ora preferita della sera”.

Alcuni libri andrebbero protetti, come creature vive, dotate o meno di parola. La comunicazione sa essere muta. E i libri che escono e poi spariscono, quelli che hanno qualcosa da dire, andrebbero salvaguardati.

Come certi paesaggi, che solo la memoria sa serbare.

Dell’autunno e dello studio

Il cielo. L’autunno giapponese che non è solo rosso ma, come spesso mi accade di ripetere, è anche giallo, verde, marrone, arancio. Arancio come i dolcissimi kaki che si possono gustare in abbondanza in questa stagione. Dolci alle castagne. Decorazioni in tema “momiji” un po’ ovunque.

Qui vicino a casa è pieno di alberi di kaki. Giardini privati. A volte semplici giardinetti nel circuito di una casa a due piani. I tipici tetti blu delle case giapponesi. Il cielo azzurro intenso.

Mai come in questi giorni mi sono fissata a guardare il cielo.
Stamattina, andando al lavoro, ho scorto distinto il profilo del Fuji-san, ancora una volta. L’aria era incredibilmente “trasparente”. E’ il bello dell’inverno.
Domattina, tempo permettendo, andrò a fotografarlo nelle sue vesti diurne.

Mi sono iscritta all’esame di dottorato. Ormai è tanto che studio in vista di questa grande sfida fatta per passione piu’ che per carriera. Che la scrivania è diventata la mia migliore amica. E, devo dire, mi sta piacendo assai. Soprattutto aver ripreso a leggere così tanto in giapponese. E’ una lingua tostissima ma dà soddisfazioni enormi.

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Monte Fuji. Scatti rubati al tramonto.

Meraviglie del Giappone. Stare mezzora seduta sulla scalinata della ferrovia a guardare il profilo perfetto del monte Fuji.
Di ritorno da una bella mattinata di lavoro e da un intenso pomeriggio di studio, in bicicletta scorgere la silhouette delle montagne e intuire che e’ la sera perfetta per scorgere il Fuji.
Ed infatti è stato così.

Tonalità che passano dall’azzurro intenso alle spalle, al rosa e violetto ai lati, fino all’arancio, davanti, che abbraccia il monte simbolo del Giappone.

Nonostante il freddo eravamo in parecchi a guardarlo e fotografarlo dal ponte di ferro battuto che attraversa lo snodo ferroviario.

E nuvole sulla vetta innevata che sembravano fumo.
Mi incanto ogni volta, non c’è niente da fare.

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Oggi che giorno è in Giappone? 23/11

Oggi in Giappone e’ 「勤労感謝の日」
la “Festa dei lavoratori”.

Letteralmente è il “giorno del ringraziamento ai lavoratori”.

Questa data è stata fissata nel 1948 per festeggiare non solo i “lavoratori in senso stretto” ma tutti i giapponesi.

Pertanto 「お疲れ様でした」 “otsukaresama deshita” a tutti!!!