Gioire, e basta.

Dormire malissimo per la felicità.
Cose che chi scrive libri sa.
La notte che precede e segue alla nascita è sempre un po’ speciale.
Ed è anche giusto rischiare di essere ridicoli, anche di stufare. Perché a fingere di essere abituati all’emozione poi si rischia di “educarla”, di metterla all’angolino e poi di non sentirla più.
Come l’imbarazzo quando si balla in casa. Che ti senti anche cretina e, se ti intravedi per errore in un riflesso della credenza, magari ti fermi pure.
E invece no. Pure mezza nuda con i capelli incasinati conviene continui a ballare. Perché la felicità, per sua natura, corre via.
E a meno di 24h dall’uscita Tokyo tutto l’anno va in ristampa.

C’è un mare di parole sotto le parole.
Credi di sapere tutto e invece non sai niente.
E credo di non aver mai studiato tanto in tutta la mia vita – dottorato compreso – quanto per raccontarla, Tokyo, la mia amata Tokyo.

E qui sono solo bollicine di spuma di quel mare che, letteralmente, sorregge questa gioia grande. Un libro che ha solo un grande #difetto, non essere uscito prima, per poterlo far leggere al mio #papà che sarebbe stato tanto fiero.

E allora i #post-it a lato, quelli che sto usando per tenere testa all’oceano di informazioni che ho inserito in questo libro, sono quelli che mi inviò tanti anni fa e io mi dicevo che era stato sciocco, perchè in Giappone figurati se non trovo i post it.

Ma lui volle donarmene non una ma addirittura tre confezioni, come sempre.
Come il cibo che mi infilava sempre troppo nel piatto.
L’amore che, talvolta, non si sa spiegare che così, con l’abbondanza materiale delle cose.

Mi sto preparando per la sua presentazione online sui canali di  Giappone Mon Amour  e che avverrà il 19 settembre (sabato) alle vostre 9.00 in modo da conservare un po’ di luce da questa parte del Giappone (qui saranno le 16.00)

 

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