Il cielo di Tokyo

Il cielo di Tokyo è a pezzi.

Lo tagliano i fili che corrono da un palo ad un altro, ingarbugliati come gomitoli di lana strapazzati da un gatto o da un tessitore inesperto.

Il cielo di Tokyo lo spezzano i palazzi che si ergono vicini gli uni agli altri per racimolare tutto lo spazio che possono. Si mettono anche in punta di piedi, ruotano il volto verso sud perché il sole asciughi il bucato (che è nell’immaginario immensamente importante, tanto da prendere spazio nelle notizie del telegiornale che spiegano il tempo che farà) e i futon inarcati sui balconi.

Il cielo di Tokyo lo pettinano i corvi che con il loro gracidare anticipano ogni mattina la raccolta della spazzatura – e a nulla servono le reti, le bottiglie d’acqua a fermarle a terra. Con i loro becchi strappano via le buste di plastica e spargono i rifiuti a terra.

Lo rigano gli aerei, in prossimità di Haneda, che sorge propriamente nella città di Tokyo, che corrono raso-cielo, e gli sguardi dei bimbi che allungano il dito per mostrarli stupiti ai genitori – in alcune zone sono talmente frequenti.

Il cielo di Tokyo lo orlano i tetti delle villette che, a dirle, sembrano un miraggio e invece sono la maggior parte. Perchè Tokyo la si immagina tutta grattacieli ma basta prendere un treno di superficie e guardarla per bene questa metropoli d’Oriente che accoglie 36 milioni di vite e testimonia così che c’è posto per tutti.

All’uscita di “Tokyo tutto l’anno” (https://amzn.to/3gBS82Q) mancano 11 giorni. Che sia un nuovo incontro con questa Tokyo che innamora nel modo migliore.
Senza alzare la voce.

Senza voler sembrare strana per attirare l’attenzione.
Che è autentica, piena di storie e merita di essere conosciuta esattamente per quello che è.

A suo modo “normale“.

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