Un nome importante
Un giorno che è la collezione di un centinaio di facce. E di parole. Ognuna con un suo preciso peso specifico.
Il lavoro ottimizza gli incontri. Sfiori soltanto le vite degli altri, o ne assaggi una porzione minuta, ma ciò che rimane e che ti stimola più di ogni altra cosa è la fame che resta. Vorresti sapere di più di quelle persone, avere maggiori dettagli. Scavare.
Ho iniziato a fare l’appello. I nomi, uno per uno, facendo attenzione a non sbagliare. E’ l’antipasto di ogni lezione: loro imparano a dire presente, io imparo a collegare i nomi ad un suono. Kaori, Yuka, Masumi etc. etc.
Alla fine di una di esse, mi si avvicina una ragazza che assomiglia tanto ad un ragazzo. Sono le movenze, gli abiti, la pettinatura, il portamento.
Stringe un foglio scritto fitto fitto tra le mani. Un documento d’ufficio.
“Sensei, mi scusi, io in verità avrei cambiato nome proprio oggi. Dalla prossima volta potrebbe chiamarmi in questo modo?”, mi dice scandendo il nome da uomo che ha scelto per sè.
Forse esagero d’empatia, ma avverto un orgoglio profondo nel suo modo di informarmi. Nel modo in cui pronuncia il suo nuovo nome.
All’inizio non riesco a scriverlo correttamente sul registro e chiedo a lei, anzi a lui, di copiarlo a matita in modo che io possa ricopiarlo poi con calma più tardi.
“Come mai hai cambiato nome, se posso?” chiedo.
“Conosce il gender disorder? Sono andato proprio oggi all’ufficio per ritirare i documenti”
“Meraviglioso” rispondo.
E non c’è finzione. Perchè la trovo veramente una cosa civilissima che ci si possa autodeterminare sessualmente, che ci si possa fare un dono così importante come un nome nel quale riconoscersi davvero.
*In foto le strisce pedonali di Tamachi, come i tasti di un pianoforte a coda. Creano, inoltre, un effetto ottico che non avevo considerato. Nell’altra la tempesta di neve ad Hakodate.
Grazie per aver condiviso questa tua esperienza!
P.S. Pianoforte a “cosa”?
*coda, appena corretto. Grazie della segnalazione! :* (torno a nanna)
Bellissima esperienza: ogni volta che vengo sul tuo blog scopro che dal Giappone c’è sempre qualcosa da imparare, specie in termini di civiltà.
Che bel racconto di civiltà! Bella anche la foto… Ti leggo sempre! :*
Che bello questo post… grazie Laura
Condivido il tuo pensiero cara Laura, è un grande dono questo.
un abbraccio
Ho letto il tuo post di oggi…..mi ha commosso perche’ quella creatura ha dovuto fare un percorso dolorosissimo per giungere alla sua meta di oggi. Non so quale sia la situazione in Giappone ma qui e’ un percorso ad ostacoli immensi e tanto difficili che la maggior parte si arrendono prima…..qui siamo in balia della Curia che non ha nulla di evangelico e che condanna e mette al bando…..
Bellissimo post,
grande popolo.
Ti abbraccio e ti penso
CriCri
Bellissimo! 🙂
Sono cose a cui non penso finché magari non le trovo scritte così, un scorcio di vita di qualcuno che non conoscerò mai, ma che mi ha colpita piacevolmente. Sono felice che abbia trovato la sua strada, è giusto che ognuno si possa sentire bene nel proprio corpo, nel proprio IO.
… riferisci con animo delicatissimo.
Un sincero apprezzamento. E
Hai raccontato con animo delicato.
Complimenti sinceri. E
Che comportamento dolce 🙂
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
coraggio, e tanta tanta forza.
percorsi lunghi e sofferti.
Chissà, a distanza di quasi due anni, come starà.
Sereno e felice suppongo ^_____^
Bellissime parole, come sempre… *__*
Bellissime parole (come sempre) che vado subito a condividere sulla mia bacheca.grazie!
Dolcissimo come tt i tuoi post!
non ci vedo niente di civile sinceramente, poi è una mia idea
Condivido in pieno….la bellezza di apprezzare e accettare se stessi….in modo da potersi volere bene…
Trovo questa possibilità un bellissimo dono…anzi…un diritto!
Infatti. Oltretutto un accettarsi che ha una marcia in piu’: legalemnte anche gli altri ti si pongono fin dall-inizio nel modo che tu desideri, senza esitare sul maschile o femminile. Un nome dice tanto!
Purtroppo troppa gente ha ancora una mentalità assurdamente retrograda